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Cloudflare sventa il più grande attacco DDoS della storia

DDoS da record: Cloudflare riesce a contenere il più massiccio attacco di sempre da 3,8 Tbps

Il 4 ottobre 2024, Cloudflare ha annunciato di aver respinto un attacco DDoS (Distributed Denial-of-Service) da record. Secondo Matthew Prince, CEO di Cloudflare, la potenza dell’attacco ha raggiunto un picco incredibile di 3,8 terabit al secondo (Tbps) e 2,14 miliardi di pacchetti al secondo (Pps). L’attacco ha colpito un’importante infrastruttura di rete di un provider di hosting, evidenziando la vulnerabilità del settore dei servizi online a minacce di questa portata.

Un attacco senza precedenti

L’evento è durato quasi un mese e ha coinvolto oltre cento distinti attacchi DDoS ipervolumetrici. Numerosi di questi attacchi hanno superato i 2 miliardi di pacchetti al secondo (Pps) e i 3 terabit al secondo (Tbps) di larghezza di banda. Questo attacco ha superato il record precedente stabilito alla fine del 2021, quando Microsoft registrò un attacco con una capacità di 3,47 Tbps e 340 milioni di Pps.

Cloudflare ha specificato che i dispositivi compromessi dal DDoS, da cui è stato lanciato l’attacco, erano distribuiti a livello globale, provenendo da paesi come Russia, Vietnam, Stati Uniti, Brasile e Spagna. Tra i dispositivi infetti vi erano router ASUS, dispositivi MikroTik, DVR e server web, con un uso predominante del protocollo UDP su una porta fissa.

Strategie di attacco e mitigazione

Cloudflare ha dichiarato di aver mitigato con successo tutti gli attacchi, incluso quello che ha raggiunto un picco di 3,8 Tbps e ha avuto una durata di 65 secondi. La strategia degli aggressori si è concentrata sul sovraccarico delle reti target, esaurendo sia la larghezza di banda che le risorse CPU.

L’azienda ha evidenziato l’importanza per le organizzazioni di prepararsi a contrastare attacchi DDoS di tale portata. Questi attacchi non solo limitano l’accesso ai servizi legittimi, ma possono anche compromettere gravemente la reputazione delle aziende colpite.

Tendenze degli attacchi DDoS

Negli ultimi anni, il settore dei servizi finanziari e delle utility pubbliche ha registrato un significativo aumento degli attacchi DDoS. Secondo un rapporto di NETSCOUT, il numero di attacchi volumetrici è cresciuto del 55% negli ultimi quattro anni, con un incremento del 30% solo nel primo semestre del 2024. Questi dati evidenziano una crescente aggressività da parte dei criminali informatici, con un numero sempre maggiore di organizzazioni colpite.

Gli attacchi volumetrici, progettati per saturare la larghezza di banda di una rete, si sono evoluti in attacchi ipervolumetrici capaci di generare traffico a livelli inediti. Questi attacchi possono superare 1 Tbps e si contraddistinguono per l’invio massiccio di pacchetti a una velocità elevata, rendendo estremamente complessa la loro mitigazione. Gli attacchi sfruttano una vasta gamma di dispositivi compromessi e protocolli di rete, tra cui UDP e TCP, provocando danni significativi a reti e servizi.

Il panorama degli attacchi DDoS è reso ancora più complesso dall’adozione crescente di tecniche avanzate, come l’uso di botnet distribuite, capaci di orchestrare attacchi simultanei da molteplici fonti. Questo metodo rende la difesa delle organizzazioni ancora più ardua, poiché devono gestire sia il traffico dannoso in ingresso sia le minacce provenienti da sistemi compromessi.

Raccomandazioni per la protezione

Per contrastare queste minacce, è cruciale che le organizzazioni adottino misure di sicurezza avanzate. Ecco alcune raccomandazioni utili:

  1. Aggiornare regolarmente i dispositivi e applicare le patch: vulnerabilità come quella nei router ASUS dimostrano che gli attaccanti sono pronti a sfruttare ogni debolezza non risolta.
  2. Aumentare la capacità di rete e usare soluzioni cloud-based: le reti aziendali devono essere in grado di gestire attacchi ad alta larghezza di banda e di pacchetti per prevenire il sovraccarico.
  3. Monitoraggio continuo: implementare sistemi di monitoraggio attivo per rilevare anomalie nel traffico di rete.
  4. Infrastruttura ridondante: utilizzare architetture di rete distribuite che possano assorbire attacchi volumetrici.
  5. Firewall e filtri: configurare firewall con regole e filtri specifici per identificare e bloccare il traffico dannoso.
  6. Piani di emergenza: stabilire piani di risposta agli incidenti per gestire rapidamente eventuali attacchi.

Per una protezione completa e su misura, affidati agli esperti di sicurezza informatica di Security Architect Srl. Grazie alla nostra esperienza e alle soluzioni personalizzate, possiamo proteggere la tua infrastruttura dalle minacce emergenti e assicurare un ambiente digitale sicuro.

Conclusione

L’attacco DDoS da 3,8 Tbps rappresenta una nuova soglia critica per la sicurezza delle infrastrutture globali. La capacità degli aggressori di lanciare attacchi volumetrici di questa portata evidenzia l’urgenza di adottare misure difensive robuste. Le organizzazioni devono essere proattive nell’implementare soluzioni di sicurezza avanzate e nel mantenere aggiornati i loro sistemi per proteggersi dal rischio di perdite significative in un contesto digitale sempre più vulnerabile.

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